
La Reggia di Portici nel Settecento fu la residenza estiva della famiglia reale borbonica e nell’Ottocento residenza di Murat, per poi diventare nel 1872 sede dalla Reale Scuola Di Agraria.
La Reggia di Portici, adagiata a cavallo dell’antica strada delle Calabrie, si estende dal mare alle falde del Vesuvio.
Si occuparono della costruzione gli architetti Medrano e Canevari, Vanvitelli e Fuga. I lavori iniziarono il 2 Agosto del 1738.

Si racconta che nel 1737 l’infante di Spagna Carlo di Borbone e la giovane consorte Maria Amalia di Sassonia, tornando da Castellammare, dovettero riparare, a causa di una mareggiata, nella rada del Granatello. Affascinata dalla bellezza del luogo, la regina in accordo col re, dispose la costruzione di una reggia per soggiornarvi d’estate.
All’ingresso principale del palazzo reale è collocato il calco della statua equestre di Marco Nonio Balbo, proveniente dal teatro di Ercolano.

Lo scalone Reale, che conduce al piano nobile, fu decorato con giochi prospettici da Vincenzo Re, il famoso scenografo del teatro San Carlo. La balaustra, le porte e le cornici sono rivestite da marmi pregiati provenienti da tutto il Regno.

Il sito ospita l'Herculanense museum cioè una rivisitazione, in chiave multimediale, dell'antico Museo Ercolanese, con i reperti ritrovati a Pompei e ad Ercolano nonché alcune riproduzioni disegnate dall’Accademia Ercolanese per illustrare le antichità del sottosuolo. Il sito presenta anche l’allestimento di un’antica cucina romana con stoviglie, piatti e attrezzi domestici per suggerirne il contesto d’uso.

La prima sala che troviamo è quella destinata alle guardie del corpo del Re che vegliavano anche di notte. Sulla balaustra dipinta sono appoggiati drappi di velluto e un ideale loggiato aperto con statue e fondali di quinte. Anche queste statue furono decorate da Vincenzo Re. Alzando lo sguardo possiamo ammirare una rappresentazione celebrativa: la visione allegorica de “La verità svelata dal tempo”.

Una particolare attenzione merita” La Sala Cinese”; un’ampia sala dipinta con temperature e colla su intonaco che rappresentano scene di vita quotidiana; gli affreschi si ispirano alle incisioni che circolavano in tutta l’Europa del ‘700 per diffondere il gusto cinese. La sala è descritta come il “Teatrino de’ pupazzi per divertimento de’ Reali Infanti”.

Lungo lo scalone monumentale due statue rinvenute ad Ercolano nel 1754, sono disposte in nicchie alte circa 1,50 m.

Entrando nell'orto botanico c'è la fontana della Flora commissionata a Giuseppe Canart (lo statuario regio). La fontana al centro del giardino presenta giochi d’acqua e alla base Sirene e Tritoni.

L’impianto dell’Orto botanico risale al 1872, quando fu istituita la Regia Scuola Superiore di Agricoltura, divenuta poi Facoltà e oggi Dipartimento di Agraria dell'Università Federico II di Napoli.

Da Portici il 3 Ottobre del 1839 partì il primo convoglio ferroviario che collegava la città a Napoli. Il tratto, di circa 7 chilometri, fu inaugurato con grande solennità, il percorso fu coperto in nove minuti e mezzo
Il sovrano Ferdinando II di Borbone aveva fortemente voluto la costruzione di questa linea che era parte di un progetto più vasto. Nel 1866, infatti fu ultimato il completamento della linea ferroviaria tra Napoli e Salerno.
Oggi possiamo ammirare le locomotive di un passato remoto e recente, nonché il piccolo tratto ferroviario, presso il museo di Pietrarsa.
